Diventare DIO
Diventare Dio (Pseudo Meister Eckhart)
L'insegnamento di sorella Katrei
(da ricerche in internet)
L’opera di Eckhart in particolare è un grandioso tentativo di fondazione della fede attraverso la riscoperta del divino che si nasconde nel fondo dell’anima dell’uomo; una riscoperta la cui necessità viene esaustivamente argomentata con i mezzi del discorso filosofico.
Ma come può l’uomo, immerso nel caos di un’esistenza determinata —e quindi finita— ritrovare Dio in sé? Eckhart risponde che ciò è possibile mediante la pratica del «distacco». Il distacco consiste nel rimuovere qualsiasi dato poiché esso, per quanto grande, puro o nobile sia, è pur sempre limitato dal suo essere situato all’interno di determinate coordinate spazio-temporali, il che significa che esso è sempre, inesorabilmente finito. Dio è invece infinito per definizione, al di sopra dello spazio e del tempo. Chi rimane legato a qualsivoglia contenuto non potrà quindi divenire mai simile a Dio, né tantomeno diventare uno con Dio, come afferma ripetutamente Eckhart.
Il Maestro tedesco sostiene che persino «le rappresentazioni religiose biblico-cristiane, le “storie della salvezza”, i “disegni divini” […], devono assolutamente sparire». Anche questo, infatti, costituisce un fraintendimento e —cosa ancor più grave— un insulto nei confronti dell’infinita natura divina. Un simile insulto non può neppure giustificarsi con l’involontarietà: l’equivoco di scambiare Dio con il Sommo Oggetto è infatti secondo Eckhart tutt’altro che ingenuo, dal momento che dietro all’impulso di oggettivare Dio si nasconde sempre il desiderio più o meno inconscio di avere a disposizione un idolo, un feticcio dotato di poteri taumaturgici in grado di esaudire le richieste dei credenti in cambio di preghiere o di sacrifici. Dio assume in tal modo la fisionomia del Padre Misericordioso e del Gran Faraone al tempo stesso, che dà e toglie a suo piacimento e che quindi il fedele deve solo sperare di ingraziarsi mediante rituali codificati che si riducono alla mera esteriorità, senza toccare minimamente la dimensione più riposta dell’anima, quella della vera spiritualità.
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Colui che abbia invece la forza di distaccarsi da qualsiasi contenuto determinato, facendo opera di rimozione crea spazio affinché Dio venga finalmente a risiedere in lui. Chiunque pretenda, pur non essendo Dio, di ritagliarsi un seppur piccolo spazio all’interno del Tempio per condurvi i propri commerci e le proprie attività personali; chiunque digiuni, vegli e preghi pensando così di ricevere qualcosa in cambio dal Signore —il mercante è appunto chi ragiona e agisce nella modalità del baratto!—, costui verrà cacciato dal Signore. A questi mercanti Dio non deve nulla, perché tutto quello che essi possiedono e commerciano appartiene già a lui. Quando Dio dà qualcosa a qualcuno, lo fa solo per la sua grazia, mai per rispettare “accordi commerciali”.
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