Incontro 18 maggio 2015

Incontro del gruppo di lettura presso la Biblioteca Comunale ore 21.00, P.zza Garibaldi 3, primo piano.

 

 

"La meccanica dei gesti" di Paolo Marasca 

Gli addetti alla pulizia e manutenzione delle spiagge e di una baia molto frequentata della costa adriatica trovano, in un caldo mattino di luglio, una bambina rintanata nella cava che utilizzano come rimessa. Avrà 9 o 10 anni, non parla, è molto sporca e nessuno capisce come sia comparsa. A pochi chilometri di distanza, nel frattempo, il loro datore di lavoro cerca con disperata lucidità un modo per evitare il fallimento dell’impresa. Mirco, giovane di buona famiglia soffocato dalle aspettative altrui, Fausto, in perenne conflitto con il mondo, Lucio, lavoratore meticoloso e marito previdente, e Carlo, silenzioso uomo delle caverne contemporaneo, ognuno con il suo vissuto e avvezzi per scelta o per necessità alla mera meccanica dei gesti, non possiedono le parole per rispondere alla domanda più semplice: cosa fare di quella bambina? Mentre nelle banche e nella mente accelerata del loro principale si gioca il destino dei quattro, la banale decisione di rendere al mondo esterno la bambina rimane sospesa, ostacolata dagli eventi e dal desiderio di trattenerla lì, nella cava in cui, per ragioni diverse, ognuno di loro sembra aver recluso la propria esistenza. Sarà il destino, nell’arco di un solo giorno, a incrociare le scelte dell’imprenditore a quelle dei suoi dipendenti, e a decidere per tutti. “Mito della caverna” contemporaneo e all’ombra di un monte che è da inscrivere, per la sua presenza scenica, tra i protagonisti del romanzo, i quattro spazzini si fanno simbolo di un’umanità contemporanea priva di punti di riferimento, le cui “storie di niente” possono trovare nuovo senso solo se affidate con coraggio alla parola dell’altro e se pronte ad accogliere lo spiraglio di luce rappresentato dall’improvviso e inspiegabile arrivo della bambina.

One Response to “Incontro 18 maggio 2015”

  • admin scrive:

    La meccanica dei gesti
     di Paolo Marasca
    (un commento di V.G.)

    Raccomando vivamente la lettura di questo libro piccolo ma prezioso quanto una miniatura, che purtroppo ho letto  più velocemente di quanto sarebbe stato necessario per gustarne appieno l’incedere, ora poetico ed ammaliante, ora prosaico e strabordante di nomenclature. 
    Servirà pure a qualcosa una laurea in lettere ..!.La desumiamo dalla nota biografica sulla formazione e le attività di questo interessante autore marchigiano, che mostra di saper usare con maestrìa lo strumento linguistico. Per fortuna ogni tanto si trova qualcuno che ridà valore e dignità a questo nostro idioma così ricco di sfumature, al suono melodico dei suoi termini, alla musicalità della frase, al potere evocativo delle parole e della loro peculiare combinazione. 
    Marasca è moderno senza essere dissacrante, elegante senza essere artificioso e va assaporato con attenzione, procedendo concentrati e senza fretta, lasciando risuonare  dentro il nostro centro d’ascolto interiore quelle parole che dilatano spazi e ci guidano nell’esplorazione di mondi paralleli.
    Così la lettura si riprende il tempo che le spetta, a dispetto delle infinite banalizzazioni dei nostri giorni, delle inutili lungaggini o, al contrario, dei semplici comunicati via twitter, e si scopre che leggere è bello.
    Leggere è bello non solo perchè le storie che qualcuno inventa e racconta ci tengono compagnia o perchè aprono squarci su universi che non conosciamo, ma anche perchè quegli stessi modi di raccontare sono infiniti.
    E dunque la cosa veramente meravigliosa dell’aprire un libro e tuffarvicisi dentro come in un mare è la rinnovata  possibilità di sorprenderci di noi stessi, cioè dell’essere umano in quanto tale, della sua “infinitezza”.
    Quante vite possiamo vivere attraverso gli innumerevoli personaggi di un libro e le loro  avventure, quante situazioni, temi, argomenti,  vengono affrontati  e quanti modi di raccontarli, quanti linguaggi, generi, stili …unici, irripetibili e personali vengono costruiti, quante sorprese possono riservarci le sue pagine…
    Certamente non sempre si rimane meravigliati ma, quando accade, sia che si legga un libro o che ci capiti qualcosa di straodinario, la vita acquista un sapore più intenso. Un pò come recuperare un senso dopo averlo perduto. Ci si sente rianimati. 
    E’ questo ciò che mi è accaduto con “La meccanica dei gesti”, dove anch’io sono uscita dalla routine di una lettura abituale per scoprirmi, alla pari dei protagonisti, parte di un gioco di svelamenti.
    Attraverso varie soluzioni stilistiche l’autore conduce chi legge in un universo di cose ed azioni messe a fuoco con grande precisione descrittiva, le quali accadono in un tempo breve e  simultaneo. L’oggetto dell’osservazione è una realtà marginale su cui raramente si posa il nostro sguardo: l’agire lavorativo meccanico e ripetitivo di un piccolo manipolo di personaggi comuni  che si occupano di raccogliere i rifiuti degli stabilimenti balneari. Quattro uomini ed un ragazzo, di cui vengono esplorati vissuti, pensieri, desideri ed ossessioni che si riaccendono, assieme ai ricordi, quando accade un fatto nuovo, qualcosa che appartiene ad un altro livello di realtà, ad un altro piano dell’esistenza.
    L’autore li espone alternativamente, ora l’uno ora l’altro, mutando linguaggio e stile a seconda dell’oggetto narrato ed introducendo i diversi capitoli con citazioni da canzoni d’autore. Le realtà svelate sono molteplici, compreso lo stesso modo di svolgere una mansione  apparentemente senz’anima come occuparsi di spazzatura; infatti ogni personaggio l’affronta in modo unico, essendo diverse anche le caratteristiche psicologiche di ciascuno di loro. Appena una pennellata, un fugace tratto di matita sono sufficienti per far cogliere e comprendere al lettore i numerosi tasselli della narrazione, ma l’aspetto che per primo  s’impone per la copiosa presenza di termini e descrizioni è quello relativo a quel lavoro da paria.
    Ed ecco risaltare tutta l’assurdità della nostra epoca: la spazzatura  è uno sporco affare. Lo scopre a sue spese lo stesso titolare della ditta, uomo navigato che non esita a ricorrere alla frode per aggirare la concorrenza e far fronte ai debiti che le banche rifiutano di coprire; e lo sanno bene anche i suoi dipendenti, uomini semplici che proprio in virtùdella esorbitante quantità di rifiuti prodotti dal consumismo e dai nostri stili di vita, nonchè dalla incivile abitudine di abbandonarli dove capita, possono avere un lavoro e sopravvivere. 
    Nel bel mezzo di questo necessario e rassegnato squallore  fa la sua apparizione, come un giglio candido e puro, una bambina, forse una profuga scampata ad uno dei tanti naufragi di questi nostri tempi bui. E’ qualcosa di così strano, insolito e diverso dalla quotidiana “meccanica dei gesti” che quegli uomini ne sono sopraffatti e destabilizzati. Troppo abituati ad obbedire, troppo rozzi e diversi tra loro non sanno confrontarsi e prendere una decisione univoca, che tentano inutilmente di delegare all’introvabile titolare. Fanno ipotesi, congetture, rivivono fantasmi di vite trascorse, competono violentemente  per trovare la soluzione più appropriata o semplicemente per godere di quel dono improvviso, rimestando tra le scorie di potenziali affettivi, magari solo per strappare un sorriso a quella piccola creatura innocente. Intanto che si ridestano alle cose del cuore anche quel loro mondo così grigio ed inospitale si anima. E’ la bambina che dà voce agli oggetti a lei sconosciuti con cui condivide lo spazio del capanno, é la montagna che osserva anch’essa stupita quanto accade alle sue pendici, come risvegliata a se stessa, alla propria natura viva e partecipe delle sorti del mondo e dell’uomo, un uomo che la umilia continuamente abusandola e soffocandola con tutto il suo ciarpame.
    Ora anche il tono della narrazione cambia connotati e diventa poetico, come sospeso in una bolla di stupore e tenerezza. Quanto più gravemente dunque irrompe la tragedia…
    Dopo l’elevazione si torna alla polvere….; le vite più fragili si spezzano, altre cambiano o tornano su vecchi binari. Ma quella piccola luce, quella debole fiammella di speranza, nonostante tutta l’insipienza del mondo, continuerà a brillare. Come in una storia infinita dove bene e male si rincorrono, o forse coesistono imprescindibilmente, accadrà ancora qualcosa a dare un senso al mistero di quella apparizione. 
    Non solo la fragile creatura sopravviverà ma opererà  anche un nuovo salvataggio.Stavolta sarà una strana eccentrica signora seguita da un nugolo di cani randagi. 
    La sorpresa più grande alla fine sarà proprio questa: scoprirsi di nuovo capaci d’amare. Dunque i rapporti di forza si capovolgono: il salvato  diventa salvatore. Lo è nella misura in cui è proprio quella fragilità a risvegliare negli uomini spenti dall’automatismo dei gesti ripetuti il ricordo di un altro modo d’esistere, più presente e consapevole. E’ la compassione ritrovata, la tenerezza e l’amore che riaffiorano a dare dignità all’esistenza umana, facendo vive e belle tutte le cose.
    E oggi, certamente, le occasioni non mancano…

Leave a Reply

 

Calendario
aprile 2015
L M M G V S D
« Feb   Mag »
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
27282930  
Alberto Lupo legge Kipling “SE”

Here is the Music Player. You need to installl flash player to show this cool thing!

Arnoldo Foa legge Leopardi

Here is the Music Player. You need to installl flash player to show this cool thing!