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Incontro 15 gennaio 2013 – commento
COMMENTO ALL’INCONTRO DEL G.D.L. DI MARTEDI’ 15 GENNAO 2013
La sera di martedì 15 gennaio 2013, puntuali alle 21, i componenti del G.d.L. si sono incontrati per commentare il libro letto in questo mese: “ La donna che leggeva troppo” di Bahiyyih Nakhjavani.
I primi commenti non sono stati molto positivi, ma analizzando meglio il libro, si è capito che la vera difficoltà era nel modo in cui il libro era scritto e non nella storia raccontata.
La scrittrice fa un continuo avanti e indietro nel tempo, creando così confusione negli avvenimenti narrati. Nonostante questo però alla fine tutti erano concordi nel dire che fosse un bel libro e la storia raccontata una storia purtroppo ancora attuale in alcuni paesi del mondo.
Nel corso della serata c’è stata una prova di lettura ad Alta VOCE da parte di una componente del gruppo.
E’ stato scelto un racconto del libro di prossima lettura:” La vita è nel frattempo”.
L’esperimento sembra riuscito, anche perché il racconto era scritto in modo simpatico ed ha suscitato una certa ilarità da parte dei presenti.
Sarà una cosa da sviluppare ulteriormente e vedere poi se inserirla in modo stabile negli incontri futuri.
E’ stata una gradevole serata fra persone amanti dei libri e che provano piacere ad incontrarsi per discuterne.
Lettura & Arte
Monet
Incontro 4 settembre 2012
Incontro del gruppo di lettura presso la Biblioteca Comunale ore 21.00, P.zza Garibaldi 3, primo piano.
SULLA STRADA (On the road)
Sulla strada (titolo originale: On the Road) è un romanzo autobiografico, scritto nel 1951, dello scrittore statunitense Jack Kerouac ((Lowell, 12 marzo 1922 – St. Petersburg, 21 ottobre 1969)), basato su una serie di viaggi in automobile attraverso gli Stati Uniti, in parte con il suo amico Neal Cassady e in parte in autostop.
«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati»
«Dove andiamo?»
«Non lo so, ma dobbiamo andare». »
(Jack Kerouac, On the road, pg.17)
Pubblicato per la prima volta il 5 settembre 1957, il libro divenne in seguito un testo di riferimento, quasi un manifesto, a ispirazione della cosiddetta "Beat generation. Il romanzo è stato inserito dal critico Richard Lacayo, nelle prime 100 novelle del secolo 19° e ha venduto 3 milioni di copie[6]. Il critico John Leland dimostra, a volte in modo ironico, che si tratta di un libro pieno di lezioni su come crescere.
E' stata pubblicata in italiano la versione non censurata di "On the road", quella scritta sul "rotolo". In tale versione sono presenti paragrafi tagliati nell'edizione del 1957 e i nomi dei personaggi sono quelli reali.
Kerouac voleva trarre un film dal romanzo e propose a Marlon Brando di lavorare assieme ma non se ne fece nulla.
Le riprese di un adattamento cinematografico sono iniziate il 4 agosto 2010, per la regia di Walter Salles[13].
Il romanzo, costruito in cinque parti e scritto sotto forma di episodi, è ambientato alla fine degli anni 40 e descrive i giovani del movimento culturale della Beat Generation, in viaggio su tutto il vasto territorio americano.
Nella 1ª parte si parla del viaggio in autostop e in autobus da New York a Chicago, a Denver, a San Francisco, a Sabinal (oggi Selma), a Pittsburg, a New York e di nuovo a Paterson, dal luglio 1947 alla fine di ottobre dello stesso anno.
Nella parte 2° si parla della storia dei viaggi di Sal (Jack Kerouc) e Dean (Neal Cassady suo amico), dal Natale 1948 a febbraio 1949.
La 3ª parte descrive il soggiorno di Sal a Denver, nel 1949 e il viaggio da San Francisco a Denver, a Chicago e a New York insieme a Dean. Sal profondamente attirato e influenzato dallo stile di vita dell'amico, quando egli ritorna nell'Ovest decide di raggiungerlo
La 4ª parte parla dell'incontro fra Sal a Dean a New York, nell'estate del 1950, il viaggio di Sal fino a Denver, il viaggio con Dean in Messico, dove avviene la rottura fra Sal e Dean.
La 5ª parte parla dell'ultimo viaggio da Città del Messico verso New York di Sal, nell'autunno 1950, dell'incontro a Laredo di Sal con Laura, pseudonimo di Joan Haverty, che diventò la seconda moglie di Kerouac.
STRADE BLU William Least Heat-Moon (Kansas City, 27 agosto 1939)
«Un tempo, sulle vecchie cartine d'America, le strade principali erano segnate in rosso e quelle secondarie segnate in blu. Adesso i colori sono cambiati. Ma subito prima dell'alba e subito dopo il tramonto – brevi istanti né giorno né notte – le vecchie strade restituiscono al cielo un poco del suo colore, assumendo a loro volta un tono misterioso di blu».
(È sulle strade blu che si svolge il viaggio di tre mesi di un solitario mezzo pellerossa che, rimasto privo del suo lavoro e della sua donna, va a ricercare un poco di interesse alla vita in un itinerario circolare che lo porta e riporta da Columbia, Missouri a Columbia, Missouri, attraverso le Caroline, il Texas meridionale, lo stato di Washington, il Montana e il New England. E ritrova, ricostruisce, riscopre, l'America periferica.)
E’ la storia di un viaggio compiuto nel 1978, attraverso le strade secondarie che, nella cartografia stradale americana erano segnate in blu. E’ il resoconto di un viaggio “interiore”, sia geografico sia psicologico, alla ricerca di un significato che la sua vita, in quel periodo, aveva perduto. Siracconta l’America “minore”, quella meno celebrata e conosciuta. Un’America che forse non esiste più (forse). Un viaggio durato tre mesi, realizzato con un vecchio furgone a cui ha dato il nome di Ghost Dancing (la Danza degli Spiriti) adattato a “casa mobile” molto spartana. Ha la forma di un reportage”, intercalato con dettagliate informazioni storiche inerenti ai luoghi che “tocca”. E’ il racconto di paesi, paesani e paesaggi “minori”: un diario minimalista. Con questo libro William Least Heat-Moon, il quale ha discendenze inglesi-irlandesi ed Osage, una tribù pellerossa dalla quale ha “ereditato” il nome (William Luna del Caldo Minore), ha contribuito alla rinascita del genere “on the road”.
Il mio consiglio è di leggerlo, avendo cura di non portarselo in viaggio come unico testo con il quale dedicarsi alla lettura: le 502 pagine (della recente edizione Einaudi) sono infatti composte di tantissimi brevi “resoconti” quasi giornalieri, della lunghezza di una-quattro pagine. Non lo considero quindi adatto ad una lettura prolungata: è il classico libro da tenere sul comodino (o sulla spiaggia) per sfogliarne alcune pagine prima di addormentarsi (come ho fatto io). Quando lo riprenderemo in mano il giorno dopo, da qualsiasi punto riprenderemo, non avremo alcuna difficoltà a ricostruirne la trama (inesistente come in ogni diario).
Chi mi consiglia un libro?
Tratto da : Chi mi consiglia un libro?
- è un amico sempre disponibile (Giovanna Saccente)
- non tradisce mai (Paola Ciarciaglini)
- sono degli amici che ti fanno sognare (Maria Grazia Motta)
- una volta comprato un libro sarà PER SEMPRE TUO e passerà da te ai tuoi figli. Chiunque sappia leggere potrà fruirne a distanza di SECOLI perchè il supporto è universale perchè nessuno potrà mai da un giorno all'altro dire che quel libro non si può più leggere e quindi renderlo inaccessibile (come invece succede coi contenuti multimediali) (Guido Della Rossa)
Troppi scrittori?
Troppi scrittori e pochi lettori: ora basta libri?
Paolo Bianchi confeziona Inchiostro antipatico, un vero e proprio manuale di dissuasione dalla scrittura creativa. Ecco perché non c'è più bisogno (o quasi) degli scrittori…
"Ci troviamo davanti a una disfunzione narcisistica della società. Si scrive per dire al mondo che si esiste. Ma quelli che hanno veramente qualcosa da dire e lo mettono per iscritto sono un numero risibile".
Forse solo uno su mille. Anche quelli che scrivono buone cose affogano in questo mare d’inchiostro". Con queste parole Paolo Bianchi – giornalista, scrittore e un tempo pure editor – ha spiegato, in una intervista, il perché del suo nuovo, divertentissimo libro Inchiosto antipatico (Bietti editore). Già il sottotitolo la dice lunga: "Manuale di dissuasione dalla scrittura creativa".
Per prima cosa è un manuale. Una sorta di vademecum per non incappare negli errori che solitamente gli scrittori (alle prime armi o professionisti che siano) fanno a bizzeffe. In secondo luogo è un testo critico. Dati ovunque, ben mischiato con una sana dose di ironia necessaria per denunciare un sistema in cui è il libro che cerca il lettore (e non viceversa). "Qualcuno ha calcolato, con un ampio grado di verosimiglianza, che se da questo momento in poi non venisse più pubblicato niente, un lettore che legga quattro libri alla settimana impiegherebbe 250mila anni per affrontare tutti i libri già scritti". Un paradosso? Macché. Una provocazione? Per nulla. Una sacrosanta verità. D'altra parte si sa fin troppo bene: nel nostro Paese, come in tutto il resto del mondo, i libri pubblicati sono tanti. Anzi, sono troppi. E i lettori? Beh, che dire, sono pochi, desolatamente pochi. Eppure la gente continua a scrivere ed è disposta a tutto per farsi pubblicare. Perfino pagare cifre cospicue per uno dei numerosissimi corsi di scrittura creativa, perfino farsi "spennare" da sedicenti case editrici a pagamento. Per quale motivo? Nel tentativo (consciamente vano) di dissuaderci dalla scrittura, Paolo Bianchi ci disvela con esempi, statistiche, aneddoti e citazioni una realtà – quella dell’editoria – ambita quanto ignota, con i suoi meccanismi nascosti, le trappole e le insidie.
IlGiornale – Sergio Rame – 04 giugno 2012
Incontro 19 giugno 2012
Incontro del gruppo di lettura presso la Biblioteca Comunale ore 21.00, P.zza Garibaldi 3, primo piano.
"Il danno"
Incontro 12 giugno 2012
Incontro del gruppo di lettura presso la Biblioteca Comunale ore 21.00, P.zza Garibaldi 3, primo piano.
Il libro scelto è "Il danno"
di Josephine Hart.
Apparente calma piatta per il signor Martin, uomo con una posizione rispettabile, un’impeccabile cura dell’ambiente familiare e dei rapporti interpersonali. Un’ammirabile gestione diplomatica di tutta quella che è la sua vita. Una moglie attraente, due figli belli e responsabili, una casa nella capitale londinese, una posizione politica.
Ma tutte queste certezze stanno per crollare a causa di quell’inarrestabile, viscerale, potentissima attrazione che muove due corpi verso il reciproco impatto e causano l’esplosione di sé stessi e dell’intero contesto.
Non è una banale relazione extraconiugale ad alterare l’ordine della situazione. Anna, soggetto del desiderio del protagonista, è una donna consapevole dell’inevitabile asservimento a un tale impulso e contemporaneamente padrona delle redini del rapporto. Intensi i loro incontri d’amore, visibile tra le righe il coinvolgimento corporeo degli amanti. Batte forte anche l’angoscia per quel momento che devasterà tutto. Il lettore aspetta con un pizzico di inquietudine. Inutile combattere.
Il danno. Non solo il danno che questa storia infliggerà a tutti i personaggi del racconto, ma il danno che alcuni, nella vita, subiscono e a cui, seppur con sofferenza, sopravvivono. Il danno che porta in superficie la conoscenza di sé stessi, permettendo che si diventi ghiaccio e che si inabissi, invece, nel profondo dell’intimità, il fuoco ardente della Vita.
Un libro che spiazza per la sua intensità e per la violenta capacità di rendere visibile le zone oscure del desiderio. L’accettazione, in un preciso momento, di non poter far altro che lasciarsi portare via tutto quello che si ha sempre avuto in cambio di tutto quello che all’improvviso si vuole. Un libro che non vuole rendere giustizia al tradimento, ma solo alla potenza inarrestabile dell’amore che, a volte, catapulta in una dimensione di sconvolgente – ma quanto mai sentita – amarezza.
Josephine Hart (Mullingar, 1 marzo 1944 – Londra, 2 giugno 2011)
È principalmente conosciuta come l'autrice del romanzo Il danno (Damage) (1991), che ha venduto 5 milioni di copie in tutto il mondo e da cui è stato tratto nel 1992 l'omonimo film diretto da Louis Malle, con Jeremy Irons e Juliette Binoche.
Incontro 22 maggio 2012
Incontro del gruppo di lettura presso la Biblioteca Comunale ore 21.00, P.zza Garibaldi 3, primo piano.
Il libro scelto è "Il postino suona sempre due volte"
di James M. Cain.
Il postino suona sempre due volte di James M. Cain è un romanzo poliziesco, “hard-boiled”, breve ma incisivo, con uno stile di scrittura piana, il cui unico “virtuosismo” è l’eccedere frequentemente in un linguaggio colorito e realistico. Frank è un vagabondo che si ritrova, per caso e necessità, assunto in una tavola calda. Qui si innamora di Cora, compagna del “greco”, il datore di lavoro del ragazzo, del quale vogliono sbarazzarsi al più presto, inscenando un incidente. Fallito il primo tentativo, un piano ben congeniato da Frank finirà con l’uccidere l’uomo e far indagare proprio i due giovani amanti che, oltre ad uscirne puliti, intascheranno diecimila dollari da una compagnia assicurativa. La ruota della fortuna, però, clemente in questa macabra situazione, finirà per non girare più nel verso giusto per Frank e Cora. Reso celebre anche grazie a due trasposizioni cinematografiche, il romanzo di Cain non colpisce tanto per le linee generali della trama, che a ben vedere ricalcano quelle di altri romanzi dello stesso autore – infatuazione, piano diabolico, uccisione, riscossione dell’assicurazione – ma per i meccanismi sottili con cui tutti questi elementi vengono ricollegati l’uno all’altro. Gli stessi dettagli della strategia di Frank sono studiati con grande perizia dall’autore, che sembra non aver lasciato nulla per scontato e – cosa più rimarchevole – è riuscito a formulare i vari passaggi del piano senza contraddizioni o situazioni inverosimili. E sta proprio qui, forse, la grandezza del romanzo. Stroncato dalla critica, l’autore venne bollato come amante di “cose complicate, esasperate, magari artificiose”, oltre che fautore del “barocchismo dell’orripilante”. Ma a ben vedere è proprio nel romanzo che vi è la smentita a tutto ciò. Con la sua visione di un mondo corrotto, privo di scrupoli, dove anche l’omicidio è contemplato come mezzo lecito, si è dimostrato profeta migliore dei suoi critici oppositori.
Film
Durante gli anni Trenta, in un posto di ristoro per camionisti gestito da Mich e dalla moglie Cora, capita Frank, un vagabondo. Dopo non molto tempo Frank e Cora diventano amanti e, spinti dalla passione, decidono di attuare un'idea criminale: uccidere il marito di lei per potersi godere l'assicurazione.
Note sull'autore
James Mallahan Cain (Annapolis, 1 luglio 1892 – University Park, 27 ottobre 1977).
È noto soprattutto come autore di romanzi di genere poliziesco, noir, hard boiled, anche se lui rifiutava queste etichette. Alcuni dei suoi romanzi più famosi sono diventati film di grande successo. Si ricordano in particolare Il postino suona sempre due volte (1934), che ha avuto diverse riduzioni cinematografiche, tra cui Ossessione di Luchino Visconti; Mildred Pierce (1941), da cui Michael Curtiz trasse l’omonimo film che nell’edizione italiana prese il nome di Il romanzo di Mildred; Double Indemnity (La morte paga doppio, 1943), da cui Billy Wilder trasse il film che nell’edizione italiana si intitola La fiamma del peccato.