Archive for the ‘Uncategorized’ Category

Incontro 24 aprile 2012 – rinviato

Rinviato a giovedì 3 maggio 2012

 

Incontro del gruppo di lettura presso la Biblioteca Comunale ore 21.00, P.zza Garibaldi 3, primo piano.

Il libro scelto è "In caso di disgrazia"

di Georges Simenon.

In caso di disgrazia è un romanzo di Georges Simenon, scritto dal 1° al 8 novembre del 1955 a Cannes e pubblicato da Presses de la Cité il 24 febbraio 1956.

L'edizione italiana è stata pubblicata da Mondadori nel 1958 (collana "Romanzi e racconti d'oggi" n° 2) nella traduzione dal francese di Federico Federici e poi nel 2001 da Adelphi nella traduzione di Laura Colombo.

"Il sottoscritto, Lucien Gobillot, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali…" No, non è così che bisognava cominciare: così si cominciano i testamenti. Già. Ma allora, perché scrivere quella specie di memoriale? Per chi? "In caso di disgrazia. Nell'eventualità che le cose finissero male". E come altro sarebbe potuta finire quella storia? Era cominciata un anno prima, quando Yvette, quella puttanella insieme cinica e fragile, furba e innocente, era andata a chiedergli di assumere la sua difesa, la sua e quella dell'amica con la quale aveva tentato di rapinare un orefice riuscendo solo a mandarne la moglie all'ospedale…

 

Film

La Ragazza Del Peccato (En Cas De Malheur) diretto da Claude Autant-Lara
Cast: Jean Gabin (André Gobillot), Brigitte Bardot (Yvette Maudet), Edwige Feuillere (Viviane Gobillot), Franco Interlenghi (Mazzetti), Julien Bertheau, Nicole Berger, Mathilde Casadesus
Data di uscita: 17 settembre 1958

Incontri del 20/27 marzo 2012

Incontro del gruppo di lettura presso la Biblioteca Comunale ore 21.00, P.zza Garibaldi 3, primo piano.

Il libro scelto è "A voce alta – The Reader"

di Bernhard Schlink.

 

 

Per parlare di questo libro si faranno due incontri a distanza di una settimana; nel primo si parlerà del romanzo, nel secondo si parlerà della sua trasposizione cinematografica.

Una breve introduzione tratta da Wikipedia

A voce alta – The Reader (nell'originale in lingua tedesca: Der Vorleser) è il titolo di un romanzo di ispirazione autobiografica dello scrittore tedesco Bernhard Schlink, già docente universitario di diritto e magistrato, conosciuto soprattutto per i suoi romanzi di genere poliziesco.

Il romanzo è stato pubblicato in Germania nel 1995 e in Italia in prima edizione nella collana Elefanti di Garzanti Editore nel febbraio 1998; è stato poi pubblicato nuovamente in diverse ristampe fino alla nuova edizione nella Nuova Biblioteca Garzanti nel febbraio 2009, con traduzione e nota esplicativa finale di Rolando Zorzi.

Ambientato nella città tedesca di Heidelberg (nel Baden-Württemberg), il libro è stato definito una sorta di parabola sul senso di colpa della Germania dell'era post-nazista in ordine alla Shoah, intrecciata ad una straordinaria storia d'amore.

Incontro 28 febbraio 2012

Incontro del gruppo di lettura presso la Biblioteca Comunale ore 21.00, P.zza Garibaldi 3, primo piano.

Il libro scelto è 'Il commesso" di Bernard Malamud.

Una breve introduzione.

Bernard Malamud è nato a Brooklyn nel 1914 e morto nel 1986; nel 1957 pubblica il suo secondo romanzo "The Assistant", tradotto con il termine meno complesso de "Il commesso".

La storia, il piacere di costruirla passo dopo passo e di narrarla a chi legge, spesso totalmente rapito, sono il vero credo di Bernard Malamud, in questo senso, il commesso ne è forse l’esempio tra i più emozionanti e puntuali.
La vita di Morris Bober sembra procedere senza sorprese dietro i vetri di un piccolo negozio di alimentari nascosto nel cuore di Manhattan. Qualcosa però accade, nella sua esistenza entra Frank Alpine, piccolo ladruncolo di origini italiane, che verrà assunto come commesso. Il giovane goy (il non ebreo, il gentile) si innamora di Helen, la figlia dell’ebreo Morris, e per lei resisterà dietro al bancone del negozio, sempre più assediato dalla concorrenza, fino al sorprendente finale che rende l’intero libro leggibile come un romanzo di formazione e gli dona il respiro illuminante della parabola.
La vicenda è straordinariamente intrecciata intorno alle emozioni, ai segreti di queste tre esistenze in cerca di redenzione. La narrazione, dal rimo quasi ipnotico, si svolge attraverso le azioni, i gesti, gli sguardi e perfino le abitudini, dei protagonisti. È la loro storia, i suoi dettagli, che rende questi personaggi talmente reali, vivi, da lasciarci stupiti che, chiuso il libro, non siano seduti di fianco a noi.
Lo stile, sempre di facile lettura e apparentemente disadorno, quasi dimesso, è al contrario un esempio di magistrale padronanza della penna e un capolavoro di perfezione.

The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore

The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore (2011)

Un trailer in cartoni animati.

Ispirato, in egual misura, dall'uragano Katrina, Buster Keaton,Il mago di Oz, è un amore per i libri.

"Morris Lessmore" è una storia di persone che dedicano la loro vita ai libri e libri che restituiscono il favore.

Morris Lessmore è un toccante, divertente allegoria sui poteri curativi della storia.

Utilizzando una varietà di tecniche (miniature, computer animation, animazione 2D), premiato autore / illustratore William Joyce e co-direttore Brandon Oldenburg presentano una nuova esperienza narrativa che richiama i film muti e M-G-M musical in technicolor.

Durata circa 15 min., vale la pena vederlo perché è anche molto bello.

 

Amministratore

Ma a che serve leggere?

Ma a che serve leggere?

Intervista a Dacia Maraini, da Youtube (Rai3 – Le storie)

Parte 1

Parte2

27 gennaio – giornata della Memoria

Con l'avvicinarsi della giornata della Memoria, 27 gennaio, il gruppo di lettura consiglia di leggere un libro, uscito da poco 

PER NON DIMENTICARE.

 

 

Dalla quarta di copertina

 

Nel 1944 Denis Avey, un soldato britannico che stava combattendo nel Nord Africa, viene catturato dai tedeschi e spedito in un campo di lavoro per prigionieri. Durante il giorno si trova a lavorare insieme ai detenuti del campo vicino chiamato Auschwitz. Inorridito dai racconti che ascolta, Denis è determinato a scoprire qualcosa in più. Così trova il modo di fare uno scambio di persone: consegna la sua uniforme inglese a un prigioniero di Auschwitz e si fa passare per lui. Uno scambio che significa nuova vita per il prigioniero mentre per Denis segna l'ingresso nell'orrore, ma gli concede anche la possibilità di raccogliere testimonianze su ciò che accade nel lager. Quando milioni di persone avrebbero dato qualsiasi cosa per uscirne, lui, coraggiosamente, vi fece ingresso, per testimoniare un giorno la verità. La storia è stata resa pubblica per la prima volta da un giornalista della BBC, Rob Broomby, nel novembre 2009. Grazie a lui Denis ha potuto incontrare la sorella del giovane ebreo che salvò dal campo. Nel marzo del 2010, con una cerimonia presso la residenza del Primo ministro del Regno Unito, è stato insignito della medaglia come "eroe dell'Olocausto".

Auguri + incontro 24 gennaio 2012

 

Conoscere una donna è titolo paradossale, contraddetto dall’intero romanzo che ne racconta l’impossibilità.

Amos Oz sceglie una storia che è viaggio a ritroso privo di approdo, in cui la narrazione sembra procedere senza meta alcuna, in un rimuginare solitario che non svela e non spiega, contorcendosi in un groviglio di flashback cui il protagonista ritorna ciclicamente con l’ossessione di chi ricorda per capire.

Conoscere una donnaLa morte di Ivria spalanca un baratro sotto i piedi di Yoel che scopre un’estranea nella donna che aveva sposato, perché viversi accanto non significa conoscersi. Ed è constatazione amara che punisce e disorienta e mortifica arrivando sarcasticamente a ridicolizzare quella flemma, quella lucidità e quell’acutezza dello sguardo, ferri del mestiere di chi per anni era stato “un agente segreto. Una spia. Un assassino autorizzato dalla Bibbia”.

La memoria diventa terreno d’indagine, mentre la quotidianità si svuota di senso, risolvendosi nella ripetitività di gesti pigri e lenti a punteggiare uno stanco sopravviversi. Le tisane mute al tavolo della cucina con la figlia immersa nel suo immancabile libro, le uscite in barca con Arik, i piccoli lavori di irrigazione e potatura nel giardino di casa, le commedie in cassetta viste dai vicini, le notti con Annmary, sono solo ingranaggi di una routine che scandisce il vuoto amplificando lo smarrimento. Yoel ripensa ad Ivria, alle sue abitudini, alle sue frasi, alle liti, alle accuse che lo volevano responsabile del male di Neta, al loro amore a fasi alterne come la luna: crescente di passione quando, estranei, la prima volta si erano amati fino a farsi male, calante a seguito di silenzi e ombre e assenze.

Ripensa al suo “ti capisco” rimasto sterile di confronto e finisce col chiedersi che cosa avesse voluto dire. Che cosa avesse capito. “Quanto si assomigliassero, e quanto fossero diversi i segreti della gente”. Tuttavia Ivria resta per lui un mistero e benchè “la domanda su cosa sapessero veramente le persone l’una dell’altra, e in particolare le persone vicine, fosse stata sempre importante per lui, è adesso che diventa urgente”.

Gli anni di appostamenti e di interrogatori si rivelano inutili a capire l’essenza della donna che ha scelto come sposa ed è il vuoto generato dalla scomparsa a porre l’accento sulla distanza incolmabile verso colei che avrebbe invece dovuto essergli più prossima di chiunque altro. Amos Oz sembra schernirlo col suo curriculum da spia, quasi a sottolineare che conoscere intimamente sia missione più ardua che operare in qualità agente dei servizi segreti israeliani in lungo e in largo per cinque continenti, tra nomi in codice, trattative riservate e attentati da sventare. Ancora una volta, quindi, l’autore ci consegna personaggi fragili, spigolosi, deboli.

Resi perfettamente nella loro complessità di esseri umani in bilico tra giusto e sbagliato, passato e presente, consapevolezza e assoluta ignoranza, aspirazioni e cruda realtà. Ancora una volta il fascino delle sue donne passa per l’ambiguità, il segreto, l’inaccesibilità dei loro sentimenti. E il romanzo è lente d’ingrandimento sulle contraddizioni volontarie e non del vivere stesso. Senza un ritmo cadenzato che scandisca la narrazione, senza una vera e propria trama nell’accezione classica del termine.

Le pagine si perdono nel gorgo dell’autoanalisi di Yoel e non c’è punto d’arrivo. Rispecchiano la frammentarietà dei suoi ricordi e il disorientamento di una ricerca che non consegna verità. Perché “il cuore – dice Geremia nel versetto 17,9 – è ingannevole più di ogni altra cosa e inutilmente maligno; chi lo conoscerà?

Angela Migliore, gennaio 2009

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Amos Oz

Amos Oz

è nato a Gerusalemme nel 1939. A quindici anni, è andato a vivere in un kibbutz. Ha studiato filosofia e letteratura all’Università Ebraica di Gerusalemme ed è stato visiting fellow all’Università di Oxford, author-in-residence all’Università Ebraica e writer-in-residence al Colorado College. È stato nominato Officer of Arts and Letters of France. Autore di narrativa per bambini e adulti, saggista, è stato tradotto in molte lingue e si è conquistato una fama internazionale. Ha ricevuto il premio francese Prix Femina, il Frankfurt Peace Prize nel 1992 e i premi Catalunya e Sandro Onofri nel 2004.

Amos Oz, “Conoscere una donna”, Feltrinelli, Milano, 2007 (ottava edizione). Traduzione dall’ebraico di Alessandro Guetta. Titolo dell’opera originale: “To know a woman”, 1989. Pp. 253 (La prima edizione italiana è stata pubblicata da Ugo Guanda Editore, Parma, 1992.) Angela Migliore, gennaio 2009

Marco Severini – 11 dicembre 2011

 

Risorgimento “minore”

Dall’esilio svizzero di Mazzini alle Cinque Giornate di Milano, dalla Repubblica romana fino ai primi decenni postunitari, il volume racconta vicende a vario modo esemplificative dei principî, degli ideali e delle aspirazioni che animarono uomini e donne nell’età del Risorgimento.
Nel 1982 Sandro Pertini, il Presidente della Repubblica più noto del Novecento italiano, scrisse che l’inno di Mameli “è e sarà sempre l’inno nazionale italiano”. La vicenda dell’inno di Mameli – contestato, criticato eppure rimasto al suo posto da oltre 60 anni – è un po’ quella di tutto il Risorgimento, che è stato a lungo dimenticato a vantaggio di nuovi orizzonti di studi, ma è rientrato con forza dalla finestra in occasione di quest’anno in cui si ricorda il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

Piccolo, profondo Risorgimento

Eppure, come sostiene Marco Severini nella sua ultima fatica, “Piccolo, profondo Risorgimento” (Liberilibri, Macerata 2011, pp. 192), di vicende dimenticate nel Risorgimento continuano ad essercene fin troppe. Ben venga dunque la ricerca, anzi le ricerche, su tutto ciò che riesce a catturare l’attenzione dei lettori su quei processi di memoria di un passato da cui tutti noi, più o meno, veniamo.
Il libro si snoda attraverso percorsi differenti che mettono a fuoco problemi tipici non solo dell’Italia che fu, ma di quella che è: un’educazione sempre più labile; la preoccupante carenza di morale e di senso del dovere negli italiani; il problema della partecipazione politica e civile; il ruolo propositivo delle donne; la difficoltà di studiare la storia e di farla percepire non già come un informe matassa di nozioni, ma in quanto consapevole riflessione su di un passato comune e travagliato.
Questo e molto altro si trova in un libro agile e scorrevole che si apre con l’elaborazione del pensiero politico mazziniano e si chiude con l’avvincente storia di Cristina Trivulzio di Belgioioso, colei che Carlo Cattaneo definì “la prima donna d’Italia”, per l’amore inesausto e disinteressato con cui si votò alla causa dell’unità e dell’indipendenza italiana.
L’intento è quello di fornire da un punto di vista diverso un quadro preciso della storia contemporanea, stimolando una riflessione costruttiva sul filo rosso che collega l’oggi al nostro passato.

Incontro: domenica 11 dicembre 2011 ore 16.30 Sala Consiliare Comune di Monte Porzio (PU) Viale Cante, 10

Marco Severini Insegna Storia della Storiografia all’Università di Macerata. Presiede l’Associazione di Storia Contemporanea ed è autore di numerose pubblicazioni, fra cui Armellini il moderato, La rete dei notabili, Nenni il sovversivo, Le storie degli altri e La Repubblica romana del 1849

Antoni

Booktrailer di Cassonetti di Gianluca Antoni

 

Sereni

Fano/Valcesano (dal Corriere Adriatico 11/10/2011)

L’autrice

La storia letteraria di Sereni

Monte Porzio Nell'ambito delle attività del gruppo di lettura “Le parole”, promosso dall’associazione Monte Porzio cultura, per il periodo settembre-novembre è stata invitata, per il secondo Incontro con l'autore, la scrittrice Clara Sereni. L’appuntamento è martedì alle 21 presso la sala consiliare. La scrittrice parlerà della sua vita, delle sue pubblicazioni e dei progetti futuri in ambito editoriale. “Presentare Clara in poche righe – spiega il presidente David Guanciarossa – è un'impresa molto difficile: narratrice ed editorialista, è stata impegnata anche in politica e nel mondo associazionistico. Ricordiamo le proprie vicende familiari riportate in forma culinaria nel romanzo Casalinghitudine (1987), Passami il sale, libro uscito nell'aprile del 2002, è nato da una sofferta esperienza come vicesindaco e assessore alle politiche sociali nel Comune di Perugia dal 1995 al 1997. C’è poi la raccolta di interventi Taccuino di un ultimista” (1998)”.

martedì, 11 ottobre 2011

 

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Alberto Lupo legge Kipling “SE”

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Arnoldo Foa legge Leopardi

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