3° incontro giovedi 27 novembre 2014

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Qualche notizia relativa all’argomento e ai pittori di cui si parlerà nel prossimo incontro.

 

 

Staatliches Bauhaus

Bauhaus, il cui nome completo era Staatliches Bauhaus, fu una scuola di architettura, arte e design della Germania che operò a Weimar dal 1919 al 1925, a Dessau dal 1925 al 1932 e a Berlino dal 1932 al 1933[1]. Il termine Bauhaus era stato ideato da Walter Gropius e richiamava il termine medievale Bauhütte che indicava la loggia dei muratori.
Erede delle avanguardie anteguerra, fu una scuola, ma rappresentò anche il punto di riferimento fondamentale per tutti i movimenti d’innovazione nel campo del design e dell’architettura legati al razionalismo e al funzionalismo, facenti parte del cosiddetto movimento moderno. I suoi insegnanti, appartenenti a diverse nazionalità, furono figure di primo piano della cultura europea e l’esperienza didattica della scuola influirà profondamente sull’insegnamento artistico e tecnico fino ad oggi.
Il programma del Bauhaus prevedeva due corsi paralleli ma coordinati (uno dedicato ai materiali e ai processi di lavorazione, guidato da un ‘maestro artigiano’; l’altro consacrato al disegno e alla teoria della forma, guidato da un ‘maestro della forma’), preceduti da un semestre preliminare per sviluppare nell’allievo il senso dei materiali e dello spazio, introducendolo alla figurazione artistica (corsi tenuti da J. Itten e, dopo il 1922, da L. Moholy-Nagy).
Corsi d’insegnamento artistico generale erano tenuti da P. Klee e da W. Kandinskij. Tra i vari maestri della forma, vi erano O. Schlemmer (scultura in pietra e in legno, officina teatrale), L. Feininger (stamperia), G. Muche (tessitura). Nel 1923 il B. organizzò un’esposizione del lavoro creativo di studenti e maestri in cui fu realizzata anche una casa-tipo, sebbene non vi fosse ancora una sezione per l’architettura.
La scuola interruppe le sue attività con l’avvento del nazismo. Il Bauhaus è stato un momento cruciale nel dibattito novecentesco del rapporto tra tecnologia e cultura.

2° incontro 23 ottobre 2014 – rinviato al 30 ottobre

RINVIATO A GIOVEDI’ 30 OTTOBRE ORE 21
P.ZZA GARIBALDI 3
MONTE PORZIO

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Constantin Brâncuși

Nasce in Romania, dove trascorrerà la sua giovinezza. Successivamente, molto giovane, entrerà nella Scuola di Arte e mestieri di Craiova e dopo all’Accademia di Bucarest, dove riceverà una formazione di stampo accademico che, contrariamente al suo fare artistico, creerà in lui un forte senso d’insoddisfazione che lo indurrà ad abbandonare l’accademia definitivamente.

Lavorò a Vienna e Monaco (1899-1904). A ventotto anni (1904) parte a piedi per arrivare a Parigi. Qui viene subito colpito dalle opere dei grandi scultori Medardo Rosso, Auguste Rodin e Antonin Mercié.

Nel 1908 strinse amicizia con Modigliani, Satie e Duchamp; nel 1913 espose tre sculture alla mostra dell’Armony Show di New York. Dal 1914 al 1918 creò una serie di sculture in legno che testimoniano il suo interesse per il primitivismo.

Dopo la prima guerra mondiale accentuò nelle sue opere il gusto per l’astrazione, alla ricerca della forma-tipo, della forma genitrice. Nel 1926, al suo secondo sbarco negli Stati Uniti, fu protagonista di un curioso caso giudiziario legato all’esportazione di una sua opera d’arte astratta: l’evento divenne noto con il nome di “Caso Brâncu?i”. Nel 1937 tornò in Romania, dove eseguì sculture per il giardino pubblico di Târgu Jiu, e fu in India, dove progettò un tempio della meditazione per il maragià di Indore. Tra i suoi allievi si può annoverare Isamu Noguchi.

“L’uccello nello spazio” 1932-40
“Maiastra” 1912

I° incontro nuovo ciclo – 18 settembre 2014

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Amedeo Modigliani

Amedeo Clemente Modigliani, noto anche con i soprannomi di Modì e Dedo (Livorno, 12 luglio 1884 – Parigi, 24 gennaio 1920), è stato un pittore e scultore italiano, celebre per i suoi ritratti femminili caratterizzati da volti stilizzati e colli affusolati. Affetto da tubercolosi, morì all’età di trentacinque anni. È sepolto nel cimitero parigino Père Lachaise.

Ritratto 1916Cruciale per la maturazione della sua pittura fu il suo trasferimento a Parigi: qui fu a contatto con i gruppi d’avanguardia (soprattutto con i fauves), risentendo in un primo momento specialmente dell’influenza di P. Picasso, H. de Toulouse-Lautrec e P. Cézanne. Con la rielaborazione di queste fonti perseguì l’unità dei ritmi lineari e coloristici nell’esplorazione della figura umana, unico e insistente tema della pittura di M., studiato in inquadrature ravvicinate e con taglio modernissimo (Nudo rosso, 1917).

Nel 1906 si stabilì a Parigi, dove fu a contatto dei gruppi d’avanguardia e specialmente dei fauves. Nel 1909 conobbe C. Brâncuşi, la cui amicizia fu molto importante anche per l’orientamento, pur se di breve durata, che M. ne ebbe verso la scultura e verso l’arte arcaica e l’arte negra. Nel 1918 cominciò aScultura 1911d aggravarsi lo stato tubercolotico che lo portò alla morte, due anni dopo, nell’ospedale della Charité di Parigi. La sua breve vita fu misera e tormentata; le sue opere, vendute per pochi soldi sotto l’assillo del bisogno, raggiunsero, dopo la sua morte, prezzi altissimi e furono molto ricercate da gallerie pubbliche e da collezionisti di Europa e d’America.

9° incontro – 15 maggio 2014

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(Modificata la data dell’incontro)

 

Marc Chagall

Foto di Marc Chagallil cui vero nome era Moishe Segal nasce a Liosno, presso Vitebsk nella odierna Bielorussia il 7 Luglio 1887, primo di sette figli in una famiglia ebrea molto unita.

Dal 1906 al 1909 studia pittura, prima a Vitebsk, poi alla Scuola della Società Imperiale per la Difesa delle Belle Arti di Pietroburgo, dove è allievo anche di Léon Bakst.

Per vivere a Pietroburgo, gli ebrei dovevano essere muniti di un permesso di soggiorno e Chagall, per mantenersi, era costretto a lavori d’ogni genere, finendo persino in prigione.
Marc Chagall
Nel 1910, grazie ad un viaggio finanziato da un mecenate, si trasferisce a Parigi, dove conosce le nuove correnti pittoriche e di pensiero, interessandosi particolarmente al Fauvismo ed al Cubismo.

Negli ambienti artistici d’avanguardia frequenta pittori ed intellettuali, conosce, tra gli altri, Guillaume Apollinaire, Robert Delaunay, Cendrars e Leger.

Lo stile di Chagall è già indirizzato alla scomposizione delle immagini realizzate in chiave onirica e fantastica, tenendo conto degli insegnamenti del fauvismo e del cubismo.
Nel 1912, a soli 25 anni, Chagall espone sia al Salon des Indépendants a Parigi, che al Salon d’Automne di Berlino.

Il mercante d’arte berlinese Herwarth Walden nel 1914 gli allestisce una personale nella sua galleria Der Sturm, mentre Chagall è tornato in Russia a Vitebsk per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Dipinto di Marc Chagall  Il carro volante 1913

Marc Chagall, che lavora in una fabbrica di armi, nel 1915 si sposa e l’anno dopo diventa padre della piccola Ida.

Durante gli anni della guerra Chagall, riprende la dura cronaca del presente trasfigurandola in un sogno, dove sovrappone fantasie popolari, violinisti solitari e figure volanti sul villaggio natale ed espone le sue opere a Mosca e Pietroburgo.

Nominato Commissario alle Belle Arti dell’amministrazione regionale di Vitebsk, fonda l’Istituto d’Arte Moderna, di cui rimane direttore fino al 1920, quando gli subentra Malevich.

Marc Chagall si trasferisce a Mosca con la famiglia, insegna disegno alla Scuola per gli orfani di Guerra a Malazhovka e, dopo la prima esposizione di Arte Rivoluzionaria a Pietrogrado, il Governo Russo compra 12 suoi quadri.

http://www.settemuse.it

Oltre 220 opere saranno in mostra a Palazzo Reale di Milano, dal prossimo 17 settembre 2014 al 18 gennaio 2015. In attesa della più grande retrospettiva che l’Italia abbia mai dedicato a Marc Chagall.

8° incontro – 20 marzo 2014

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Kazimir Severinovič Malevič

Kasimir Malevic (1878 – 19359) , fondatore del movimento artistico chiamato Suprematismo, è uno dei più importanti precursori dell’arte astratta. Nonostante ora sia considerato uno dei pilastri dell’arte moderna insieme a Picasso, Duchamp, Mondrian e Kandinsky è stato, per più di metà del diciannovesimo secolo, un artista sconosciuto. La sua vita e la sua arte sono state per lungo tempo avvolte nel mistero rendendolo l’artista con la personalità più complessa ed affascinante del nostro tempo.
L’arte per Malevic è un mezzo di profonda trasformazione e di ricerca, non ornamento e decorazione. Malevic è alla ricerca di una nuova immagine del mondo ed il Suprematismo diventa lo strumento più adatto per “il rinnovamento della vita”. Il suo interesse non si rivolge più esclusivamente alla pittura, ma anche verso l’architettura e le arti applicate. Il risultato sono gli Achitektony, elementi modulari per una futura architettura dello spazio “il suprematismo architettonico” e le tazze e teiere in porcellana bianca decorate con la geometria espressiva del Suprematismo.
Per sottolineare il carattere filosofico della propria concezione dell’arte, Malevic produce una grande quantità di scritti a sostegno della sua posizione. L’arte non è solo “arte”, ma è un “pensiero”; infatti, egli scrive: Il pennello è ribelle e non può penetrare nella sinuosità del cervello, la penna è più acuta.

Suprematismo
Movimento artistico russo creato da Kasimir Malevic intorno al 1913 e teorizzato dapprima sul manifesto (scritto da Malevic in collaborazione con il poeta Majakovskij), poi nel suo saggio del 1920 Il Suprematismo, ovvero il mondo della non rappresentazione. Il Suprematismo resta legato essenzialmente al nome del suo iniziatore, anche se i riflessi della sua poetica andarono al di là dei dipinti e modelli architettonici dell’artista. Nel clima formalista dell’avanguardia russa, Malevic sosteneva che l’artista moderno doveva guardare a un’arte finalmente liberata da fini pratici e di rappresentazione e lavorare sulla base del riconoscimento della “supremazia della sensibilità pura negli arti figurative”. La critica del concetto di imitazione della natura, comportava il superamento delle forme illusorie, in vista del raggiungimento del “nulla liberato”, del mondo non oggettivo al di là del tempo e dello spazio sensoriale. Col dipinto Quadrato nero su fondo bianco (1915, Museo di Stato Russo di San Pietroburgo) Malevic diede il primo progetto di riconoscimento di alcune forme “assolute”, libere da ogni descrittivismo naturalistico, fino all’azzeramento radicalmente puro dei monocromi (Quadrato bianco su fondo bianco, 1919, Museum of Modern Art, New York). Il suprematismo, che nel contesto delle avanguardie russe intorno al 1920 si è confrontato con il costruttivismo, con reciproche influenze, rappresenta una delle principali articolazioni dell’astrattismo degli anni Dieci del Novecento.

http://www.intothefashion.com/2012/09/inspiration-kazmir-malevic-gabriele.html
Uno dei nuovi talenti italiani Gabriele Colangelo ha presentato per SS | | 2013 una splendida collezione ablocchi di colori  [a destra] ispirato alla poesia geometrica del artista Kazmir Malevic (Suprematismo) [a sinistra].

7° incontro – 20 febbraio 2014

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NEOPLASTICISMO

Movimento artistico sviluppatosi nei Paesi Bassi a partire dal 1917 e basato sui principi teorici della plastica pura formulati da P. Mondrian e divulgati da Th. Van Doesburg attraverso la rivista De Stijl, nel cui nome si incarnano i concetti informatori e le fortune del movimento. La ricerca neoplastica muoveva da proposte del cubismo facendo propri anche i motivi della ricerca astratta per definire un nuovo vocabolario formale basato sulla semplice combinazione geometrica e sull’intimo equilibrio di rapporti tra linea e colore, definiti mediante ritmi di rettangoli e blocchi cromatici. Così inteso, il neoplasticismo realizzò la liberazione della forma naturale dalla particolarità espressiva, obiettivo che fu proprio delle esperienze pittoriche e architettoniche della corrente del purismo. Essenziale alla formazione e agli sviluppi del neoplasticismo olandese fu l’incontro a Laren tra Mondrian e Van Doesburg nel 1916-17, epoca in cui Mondrian tentava di razionalizzare il cubismo in quella ricerca di astrazione pura intesa a sfruttare i rapporti spaziali suggeriti da zone dipinte a colori primari alternate ad altre prive di colore. Gli artisti del movimento neoplastico approfondirono e sperimentarono di questi principi e li estesero anche all’architettura e alla nuova concezione urbanistica della città, nel preciso rapporto uomo-ambiente-paesaggio.

(da sapere.it)

Locandina incontro del 20 febbraio 2014 settima lezione

6° incontro giovedi 21 novembre 2013

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FUTURISMO

Boccioni, Balla, Carrà, Russolo e Severini

Il futurismo è stato un movimento artistico e culturale italiano del XX secolo.
La denominazione ufficiale del movimento si deve al poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti.
Il Futurismo nasce in un periodo – l’inizio del Novecento – di notevole fase evolutiva dove tutto il mondo dell’arte e della cultura era stimolato da numerosi fattori determinanti: le guerre, la trasformazione sociale dei popoli, i grandi cambiamenti politici e le nuove scoperte tecnologiche e di comunicazione, come il telegrafo senza fili, la radio, aeroplani e le prime cineprese; tutti fattori che arrivarono a cambiare completamente la percezione delle distanze e del tempo, “avvicinando” fra loro i continenti.


Manifesto del Futurismo
Le Figaro – 20 febbraio 1909

  1. Noi vogliamo cantare l’amor del pericolo, l’abitudine all’energia e alla temerità.
  2. Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
  3. La letteratura esaltò fino ad oggi l’immobilità pensosa, l’estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.
  4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.
  5. Noi vogliamo inneggiare all’uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
  6. Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l’entusiastico fervore degli elementi primordiali.
  7. Non v’è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all’uomo.
  8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!… Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell’impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell’assoluto, poiché abbiamo già creata l’eterna velocità onnipresente.
  9. Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo – il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.
  10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d’ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e utilitaria.
  11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri, incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l’orizzonte, e le locomotive dall’ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d’acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.

È dall’Italia che noi lanciamo per il mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il FUTURISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d’archeologi, di ciceroni e d’antiquari. Già per troppo tempo l’Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri.
Filippo Tommaso Marinetti

(da Wikipedia)