Gruppo di lettura – le parole incontro 26 ottobre 2021

La storia inizia con un grande flashback che riporta Mia ai suoi dodicenni, a quella sera piovosa in cui il padre portò a casa sua uno strano ragazzo taciturno.

Un ragazzo che la famiglia ha preso in affido ma di cui non si sa nulla perché non parla.

Mia decide di chiamarlo Fede e instaura con lui un rapporto segreto. Gli insegna l’italiano e diventa l’unica persona con cui il ragazzo parla.

La gente da prima affascinata dalla bellezza del ragazzo inizia ben presto a guardarlo con timore, a vociferare, fino a quando una notte il padre di Mia entra nella loro stanza e porta via Fede per sempre.

Che cosa è successo? Perché Fede se n’è andato? Come mai il ragazzo più speciale che Mia abbia conosciuto è stato allontanato da lei?

I suoi genitori non rispondono a queste domande, l’unica persona che cerca di aiutare Mia a trovare le risposte è Margherita, la sua maestra delle elementari che è diventata anche la sua migliore amica.

_____ commento (www.ascoltandolefigure.it) _____

Ho letto questo libro tutto d’un fiato (letteralmente visto che l’ho iniziato e finito in una notte) non tanto per gli avvenimenti che sono facilmente intuibili, ma per quel senso di empatia che emana e che ti fa subito sentire affianco di Mia nel guardare quelle foto, sentiamo i suoi pensieri, le sue paure, il suo straniamento, la sua sofferenza.

È un libro molto potente di cui ho apprezzato anche il fatto che Galiano abbia giocato a carte scoperte.

È vero la protagonista è una donna, ma le caratteristiche che ci piacciono tanto del professore le riscontriamo subito e mentre leggiamo proprio queste caratteristiche diventano ancora più parte del personaggio e ci rendono Mia molto simpatica.

Mi piacerebbe spiegarvi meglio cosa intendo, ma vi spoilererei troppe cose quindi lascio a voi scoprirlo.

Il personaggio più straordinario di tutti però è Margherita, l’anziana maestra toscana che con il suo quaderno delle meraviglie da anche a noi informazioni e risposte che non ci aspettavamo, ma che difficilmente dimenticheremo, infatti sono proprio le sue risposte che hanno animato maggiormente il nostro gruppo di libroterapia

Nel sottotitolo Galiano scrive: Ricordati di fare ciò che ti fa sentire vivo.

Io leggendo questo romanzo direi invece: ricordati di fare ciò che senti giusto nel profondo, il resto non ha nessuna importa.

Lettura volontaria per un eventuale incontro con l'autore

Regina Blues è un romanzo corale che racconta di un momento cruciale nella vita di ventidue personaggi e nell’esistenza di una città, Regina, che dovrà risorgere dalle sue ceneri, e i suoi abitanti con lei.

Dopo un evento catastrofico e imprevedibile il microcosmo perfetto in cui vivono i giovani protagonisti verrà stravolto, e non resterà che cercare di dimenticare “l’agghiacciante urlo della terra” ma non i ricordi impressi nella coscienza di una comunità che non vuole arrendersi. Un romanzo che sa preparare il terreno all’inevitabile sciagura dell’ultima parte della vicenda toccando le corde più intime del lettore, facendolo immergere nelle storie private dei personaggi e creando un legame con loro che prosegue oltre la pagina scritta.

Regina Blues di Antonello Loreto è il racconto di una morte e di una rinascita, e un omaggio alla resistenza degli esseri umani. Ed è anche una raccolta di storie d’amore, di tutte le forme d’amore che si possono provare, non ultimo il sentimento che lega la voce narrante, Syd, alla sua città, Regina, dipinta da Loreto con sensibilità e accuratezza. Regina: una città di provincia che sa parlare ai cittadini, che sa restituire tutto il loro amore, ma che sarà anche teatro della fine dei loro sogni e delle loro speranze. Tanto particolareggiata è la descrizione della città che il lettore sembra avvertire il caldo opprimente che la soffoca, e che preannuncia la catastrofe imminente. Ma Regina Blues parla anche di un’altra storia d’amore: quella dello scrittore con i suoi personaggi.

I ventidue giovani protagonisti della vicenda sono infatti caratterizzati con profondità e con un interesse per le loro esistenze che non lascia indietro nessuno, neanche coloro che ritorneranno solo per poche scene nel corso della storia.

 

In un caldo pomeriggio di aprile nella città di Regina va in scena la finale del Torneo di calcio delle Scuole Superiori, nella quale si affrontano la squadra del Liceo Classico (i Santi) e quella del Liceo Scientifico (gli Eroi). Per una città di provincia il torneo rappresenta un momento importante, quasi solenne, di aggregazione della comunità. La mattina che precede la partita, si incrociano le storie dei ventidue ragazzi che daranno vita all’atteso incontro: ognuno con il proprio bagaglio di esperienze, per taluni esaltanti e per altri tristi, e con le proprie aspettative e i propri sogni. Giovani vite costrette a diventare adulte troppo presto a causa di un evento drammatico ed epocale che in pochi istanti sconvolgerà un’intera città. Sullo sfondo degli scorci panoramici, delle piazze e delle strade di Regina, la voce narrante di Syd, arbitro designato per la finale, accompagna i destini degli altri personaggi fino al futuro di chi sopravvivrà alla catastrofe in cui “il cielo si oscura e la terra lancia un urlo agghiacciante”. La vicenda di Regina Blues fa infatti un salto di ventotto anni in cui Syd, tornato a vivere in una città che ha provato a rialzarsi con alterni risultati, si è comunque riappropriato in qualche modo della sua vita, pur se tormentato dai ricordi del passato. Ed è a questo punto che Loreto riannoda i fili, chiude i destini e pone le basi per un futuro dominato da una pace ritrovata e dalla consapevolezza che ogni minuto va vissuto come se fosse l’ultimo.

(da: www.culturamente.it/)

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