Gruppo di Lettura – 5 luglio 2022
Ci vogliono i superpoteri per riuscire a stare insieme a lungo e sopravvivere alla “mission impossible” del tempo che passa?
C’è chi risponde di sì, e chi mente.
Ci vogliono.
Pezzi di noi sparsi nel tempo
E per raccontarci come e quali, Genovese ci strapazza in un andirivieni frenetico che copre l’arco di un ventennio.
Ci spostiamo insieme ad Anna e Marco (omaggio?) saltando tra i fotogrammi sparpagliati della loro vita (e del loro amore), e anche se inizialmente questi continui salti temporali possono sembrare faticosi, spiazzanti, io li ho trovati belli e poetici, perché, a pensarci bene, la vita stessa è così… un tenere insieme i pezzi, recuperare sempre qualcosa che è rimasto indietro, persone, luoghi, pensieri, proseguire e poi fermarsi, guardarsi intorno, chiedersi dove si è arrivati, in che modo, con chi, e poi andare avanti… proiettarsi in un futuro che è solo un’illusione, una convenzione matematica, per poi tornare indietro, riguardare il percorso, studiarne i dettagli, cercare le cause che hanno determinato i fatti e perdersi nel caos del tempo.
Ma quale tempo?
Il tempo che è già trascorso? Quello che rimane? Quello che stiamo vivendo in questo preciso istante?
Il tempo che, secondo la fisica, non esiste: nel momento stesso in cui accade è già passato…
“Il tempo è solo la realtà nella quale pensiamo”.
La verità però è che il tempo esiste eccome, e te ne rendi conto soprattutto quando rischi di non averne più.
La vita di una coppia non si può studiare, non si piega a nessuna regola o formula matematica, né tantomeno si potrà mai prevedere quali urti dovrà subire, quali deviazioni o metamorfosi.
Non conosceremo mai in anticipo di quali e quanti silenzi si nutrirà.
Perché ci saranno, ci sono sempre.
Di noia.
Di routine.
Di calma.
Di complicità.
Di stupore.
Di sospensione.
Di assenza.
“Il silenzio è silenzio, ovunque e in ogni tempo. Ma come cambia di significato se lo associ a un amore vivo o a un amore stanco.”
In fondo questo libro parla di tutti noi, di quanto siamo infinitamente piccoli nell’immenso ingranaggio della vita, di quanto abbiamo bisogno di qualcuno diverso da noi per poterci salvare (“avevo bisogno della sua pazzia per non impazzire io”), salvare dalle nostre ossessioni, dal nostro passato irrisolto, da legami famigliari tossici, ci mostra come sia difficile, ma non impossibile, essere felici nonostante tutti gli errori, le missioni fallite, i cortocircuiti emotivi.
Che poi…”essere felici”… se è vero che “la felicità ha un’origine ma nessun approdo. Tende a svanire e a riformarsi, come un’onda sulla battigia”, allora meglio non fare troppi programmi, lasciarsi andare e vivere un po’ come Anna: prendiamo gli attimi che ci sono concessi, mettiamoli in fila e proviamo a chiamarli “vita”.
Questo libro parla di noi, sì, supereroi senza mantello che, a differenza di quelli disegnati, a volte perdiamo… ma non smettiamo mai di lottare.
P.s.1: io mi sono commossa, anzi no…ho proprio pianto.
P.s.2: guardate il film!!!