26 gennaio 2021 – incontro Gruppo di Lettura
La leggenda del ragazzo che credeva nel mare
Salvatore Basile
Quando si tuffa Marco si sente libero. Solo allora riesce a dimenticare gli anni trascorsi tra una famiglia affidataria e l’altra. Solo allora riesce a non pensare ai suoi genitori di cui non sa nulla, non fosse che per quella voglia a forma di stella marina che forse ha ereditato da loro. Ma ora Marco ha paura del mare. Dopo un tuffo da una scogliera si è ferito a una spalla e vede il suo sogno svanire. Perché ora non riesce più a fidarsi di quella distesa azzurra. Perché anche il mare lo ha tradito, come hanno sempre fatto tutti nella sua vita. Eppure c’è qualcuno pronto a dimostrargli che la rabbia e la rassegnazione non sono sentimenti giusti per un ragazzo. È Lara, la sua fisioterapista, che si affeziona a lui come nessuno ha mai fatto. Lara è la prima che lo ascolta senza giudicarlo. Per questo Marco accetta di andare con lei nel paesino dove è nata per guarire grazie al calore della sabbia e alla luce del sole. Un piccolo paesino sdraiato sulla costa dove si vive ancora seguendo il ritmo dettato dalla pesca per le vie che profumano di salsedine. Quello che Marco non sa è il vero motivo per cui Lara lo ha portato proprio lì. Perché ci sono segreti che non possono più essere nascosti. Perché per non temere più il mare deve scoprire chi è veramente. Solo allora potrà sporgersi da uno scoglio senza tremare, perché forse a tremare sarà solo il suo cuore, pronto davvero a volare.
Salvatore Basile con il suo romanzo d’esordio, Lo strano viaggio di un oggetto smarrito, ha emozionato migliaia di lettori. A due anni dall’uscita ecco una nuova imperdibile storia. Un ragazzo senza radici in cerca di sé stesso. Il fascino del mare e i mille segreti che nasconde. La forza di un passato che vuole uscire dal silenzio per regalare speranza e voglia di rischiare ancora.
Borgo Sud
Donatella Di Pietrantonio
«C'era qualcosa in me che chiamava gli abbandoni.»
con un romanzo teso e intimo, intenso a ogni pagina, capace di tenere insieme emozione e profondità di sguardo.L'ArminutaÈ il momento più buio della notte, quello che precede l'alba, quando Adriana tempesta alla porta con un neonato tra le braccia. Non si vedevano da un po', e sua sorella nemmeno sapeva che lei aspettasse un figlio. Ma da chi sta scappando? È davvero in pericolo? Adriana porta sempre uno scompiglio vitale, impudente, ma soprattutto una spinta risoluta a guardare in faccia la verità. Anche quella piú scomoda, o troppo amara. Cosí tutt'a un tratto le stanze si riempiono di voci, di dubbi, di domande. Entrando nell'appartamento della sorella e di suo marito, Adriana, arruffata e in fuga, apparente portatrice di disordine, indicherà la crepa su cui poggia quel ma-trimonio: le assenze di Piero, la sua tenerezza, la sua eleganza distaccata, assumono piano piano una valenza tutta diversa. Anni dopo, una telefonata improvvisa costringe la narratrice di questa storia a partire di corsa dalla città francese in cui ha deciso di vivere. Inizia una notte in-terminabile di viaggio – in cui mettere insieme i ricordi –, che la riporterà a Pescara, e precisamente a Borgo Sud, la zona marinara della città. È lí, in quel microcosmo cosí impenetrabile eppure cosí accogliente, con le sue leggi indiscutibili e la sua gente ospitale e rude, che potrà scoprire cos'è realmente successo, e forse fare pace col passato. Donatella Di Pietrantonio torna dopo
Donatella di Pietrantonio (vive a Penne, Abruzzo, dove esercita la professione di dentista pediatrico)
BORGO SUD
Con Borgo Sud Donatella di Pietrantonio conferma la propria capacità di entrare nella carne viva delle relazioni umane e delle dinamiche familiari con un linguaggio semplice ma efficace, scarno ma profondo.
I sentimenti esplorati sono forti, senza mezze misure nel bene o nel male, appena un po’ più sfumati quelli che toccano direttamente colei che narra.
Non a caso è proprio la narratrice ad aver avuto la fortuna e la capacità di sradicarsi, anche se non totalmente, da una realtà dura, segnata dall’arretratezza culturale e dalla miseria.
L’altra, la sorella Adriana, quella che resta, pur forte e rabbiosa non riesce ad emanciparsi realmente. I suoi tentativi sono viziati da impulsività, irrequietezza, incoerenza…, tutti tratti del carattere che la condurranno a legarsi a persone sbagliate, altrettanto problematiche ed ancor più irrisolte, condannando la propria esistenza ad una lunga serie di fallimenti e gesti autolesionistici, riscattati solo dall’amore viscerale per l’unica cosa apparentemente positiva della propria esistenza: il figlio Vincenzo.
Delle due la prima, di cui non compare il nome, ha puntato tutto sullo studio e sulla realizzazione professionale, anche per la necessità di superare il trauma della separazione da Piero. Al momento vive a Grenoble e conduce una vita sostanzialmente serena, fatta di pochi ma essenziali punti saldi a cui è giunta dopo eventi burrascosi e mai dimenticati fino in fondo.
Le due sorelle, per le rispettive opposte scelte, si sono un poco allontanate ma non tanto da non soccorrersi nel momento del bisogno. Ed allora l’una ritorna a sostenere l’altra e nel farlo si riaccende il mare dei ricordi: i conflitti con le figure parentali, le reciproche incomprensioni, i confronti e le rivalità, i sensi di colpa.
Ma è solo una delle due a ricostruire il passato dentro di sé, l’altra al momento non può farlo. Forse l’autrice ce ne darà conto in un altro sequel, così come Borgo Sud lo è de L’Arminuta (Premio Campiello 2017).
Dunque il tema predominante continua ad essere la sorellanza, con un contorno di altre tematiche oggi in auge, tra cui la passione che si muta in violenza, il peso del pregiudizio e l’influenza dell’ambiente familiare e sociale nella determinazione della personalità e delle opportunità di realizzazione personale.
In considerazione di ciò mi pare che il lavoro di Donatella di Pietrantonio si collochi nel filone di una certa narrativa di genere, di cui “L’amica geniale” è l’esempio recente più eclatante.
Di sostanzialmente diverso ed a mio avviso preferibile è la capacità di sintesi di questa autrice, che raggiunge i medesimi effetti ma con un tocco più agile ed interessante, servendosi di flashback numerosi e sapientemente gestiti, i quali rendono questa lettura piacevole nonostante la spinosità degli argomenti ed intrigante nel progressivo svelamento dei fatti.
Il che fa di Borgo Sud, almeno a mio modesto parere, un romanzo ancor più riuscito del precedente, tant’è che concorrerà per il premio Strega, mentre L’Arminuta si appresta a diventare un film.