Qualche notizia relativa all’argomento e ai pittori di cui si parlerà nel prossimo incontro.
ESPRESSIONISMO
(II parte): Die Brücke (il ponte), da Kirchner a Mueller
Espressionismo tedesco (pittura)
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
L’espressionismo tedesco deve la sua origine principalmente alla fondazione del movimento Die Brücke (“il ponte”) da parte di Fritz Bleyl (1880-1966), Erich Heckel (1883-1970), Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), Karl Schmidt-Rottluff (1884-1976), il cui scopo era quello di gettare un ponte tra la pittura classica neoromantica e un nuovo stile che si andrà a definire nell’espressionismo. Altri gruppi come Der Blaue Reiter (“il cavaliere blu”) o Der Sturm (“la tempesta”) contribuiscono alla nascita del nuovo genere pittorico.
Artisti come Franz Marc (1880-1916), Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938), August Macke (1887-1914), Paul Klee (1879-1940) e Lyonel Feininger (1871-1956) rendono florido il terreno tedesco, avvicinando anche le altre avanguardie storiche dell’epoca.
Caratteri e tematiche
L’espressionismo tedesco nasce dal vissuto degli artisti, è la ricerca dell’emozionale e dello spirituale della realtà che li circonda; le metropoli, la vita di strada, il circo, divengono riflessioni sulla solitudine dell’uomo, sull’alienazione dell’individuo. Il segno incisivo (utilizzato ad esempio da Kirchner nel suo “scena di strada berlinese”) e la gamma cromatica acida e accentuata divengono tratti distintivi di questo movimento. Se gli impressionisti cercavano di fissare un’impressione sulle loro tele, e si dedicavano alla realtà esteriore, l’espressionismo si dedica all’emozione, alla sensualità, al raggiungimento di una soddisfazione interiore per mezzo dell’occhio. La pittura accademica viene abbandonata, per favorire la ricerca della pittura volitiva, infatti la volontà di cambiamento era uno dei principi dell’espressionismo tedesco.
Il movimento del Die Brücke (formatosi a Dresda nel 1905 in contemporanea con i Fauves francesi) tratta temi come il disagio esistenziale, l’angoscia psicologica, la critica all’ipocrisia della società borghese. Munch e Ensor furono fonte d’ispirazione per loro, da essi presero l’idea del grido interiore che portasse in superficie il dolore degli artisti intellettuali dell’epoca. Gli artisti del Der Blaue Reiter (Monaco di Baviera, 1911) evolvono il concetto, portandolo ad una svolta: l’espressione interiore era l’aspetto fondamentale, tale da portare anche al totale rifiuto dalla realtà. Questa visione getta le basi per la nascita dell’astrattismo, del quale Vasilij Kandinskij sarà il padre.
La grande Guerra
Gli espressionisti guardavano alla guerra come alla possibilità di un nuovo ordine sociale. Un conflitto mondiale poteva essere il colpo di spugna da loro desiderato per ricominciare un nuovo stile di vita al termine dell’esperienza bellica; si auspicava la purificazione dell’Europa, il tramonto di tutti gli antichi poteri. Molti artisti, animati da questi principi, si arruolano e combattono al fronte come volontari, solo per accorgersi degli orrori della guerra, tali da sconvolgerli al punto di smettere di dipingere.
Dopo la guerra cominciò a prevalere uno stile più realistico dell’espressionismo. Otto Dix (1891-1969), Max Beckmann (1884-1950) e George Grosz (1893-1959) ne erano i protagonisti.